Forio
La storia civile di Forio incomincia dal momento in cui dei siciliani (Siracusani), avendo trovato in Forio un meraviglioso clima, vi si fermarono accupando la zona ai piedi di Punta Imperatore e prendendo possesso delle terre fino alla vallata di S. Montano. Fondarono una cittadina chiamandola: Forio (Fiorita di fiori), fortificarono i luoghi più sprovveduti e crebbero in pace nella pianura più fertile dell’isola.
L’eruzione del Caccavello però fece fuggire la colonia siciliana, seppellendo sotto la lava di Zara e Marecoco la fiorente civiltà siciliana. Calmatisi gli elementi naturali, a prendere possesso della fertile zona accorsero napoletani e romani i quali si fusero in un solo popolo. Ritornarono i siciliani e reclamarono presso Giulio Cesare il loro diritto di antichi proprietari. Le terre furono restituite ai siciliani e così Forio risorse a nuova vita per la loro opera.
Dopo non poche irruzioni di barbari che devastarono ogni cosa, i superstiti si rifugiarono sui monti e sulle colline. Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi e Spagnoli immiserirono l’isola e la fertile piana di Forio. Infine, si susseguirono le piraterie che misero sossopra il paese tanto da renderlo squallido, disabitato e spopolato.
Scomparso il perciolo più forte, quello della pirateria, i pochi abitanti superstiti tornarono dalle montagne, cominciarono ad affrontare i pericoli e si reseso sclatri nell’attaccare i nemici. Li tenevano così lontani, mentre mettevano ordine nell’agricoltura e nell’industria. La cittadina ritornò così a vita novella e tutti quelli ch’erano andati raminghi ritornarono per costruire fabbricati, case e chiese, mentre rifiorivano le arti e i mestieri.
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